The Second Version

15/03/07

Generazione Distribuita di Elettricità, Parte 2

Leggi Parte 1

Una delle difficoltá principali a piagare le fonti alternative/rinnovabili di elettricitá é la scala (a parte altre serie difficoltá come i rendimenti ed i costi energetici): anche le fonti che funzionano possono produrre solo quanitá piccole o moderate di energia; é anche probabile che ci siano serie limitazioni sulla potenza erogabile.

Una centrale termica a biomassa da 100 MW é giá al limite delle dimensioni fattibili; mentre i regimi fiscali e/o sussidiari possono rendere conveniente il trasporto di biomassa a lunga distanza, dal punto di vista ambientale é un'atrocitá. Le scorte disponibili di biomassa poi potrebbero non essere sufficienti per far funzionare la centrale a piena potenza per un periodo abbastanza lungo da soddisfare la richiesta. Se invece vedrete le colline di carbone vicino a Gent, in Belgio, capirete perché questo problema non si pone per le centrali termiche ordinarie.

Nel modello a generazione diffusa, invece, le dimensioni delle centrali sono piú piccole, fino al punto di essere compatibili con la scala delle fonti alternative/rinnovabili. Ció non risolve tutti i problemi di queste fonti, ma per esempio l'idea di trasmettere a grande distanza l'energia prodotta con pannelli fotovoltaici é folle: il rendimento globale sarebbe catastroficamente basso.

Al concetto di generazione diffusa si associa anche quello di diversificazione delle fonti: all'interno di ogni cellula, le fonti energia si accordano alle condizioni locali. Per esempio, un piccolo centro abitato in una regione boscosa o ancora meglio dove la lavorazione del legname é molto diffusa puó ottenere tutta la sua elettricitá dalla biomassa; in altri casi fonti idroelettriche possono bastare, ed addirittura pannelli solari possono produrre l'elettricitá necessaria per un piccolo centro (almeno di giorno; ma su piccola scala anche lo stoccaggio di energia diventa un problema meno complesso). Mettere in ginocchio un tale sistema sarebbe molto difficile - anche se, pensandoci, mancanze localizzate di energia potrebbero indurre tensioni interne.

La generazione diffusa si presta anche i coprire i carichi di base, specialmente se certe tecnologie giungeranno a maturazione: i reattori nucleari a letto di sfere allo studio in Cina sono pensati per essere prodotti in unitá modulari da 100 MW, che possono essere usate singolarmente o in gruppo per produrre la potenza richiesta. Questi ed altri tipi di reattori sono piú scalabili di quelli tradizionali a barre, quindi potrebbero anche essere prodotti in versioni piú piccole (fino a pochi MW) per applicazioni localizzate - se sará possibile vincere la fobia di tutte le cose nucleari che si é diffusa fra la popolazione soprattutto dopo l'incidente di Chernobyl.

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1 Commenti:

  • Ti consiglio di andare a leggerti, in tema di energie alternative, l'articolo del Lupo di Gubbio su Pecoraro Scanio.

    www.lupodigubbio.splinder.com

    Ciao!

    Di Blogger Jinzo, Alle 15/3/07 23:10  

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