The Second Version

01/06/07

Cultura della Libertà

Cos'è questa Libertà, di cui molti parlano ed a parole adorano, ma poi nei fatti maltrattano come il classico marito violento?

Ci sono diverse libertà: quella di fare qualcosa, e quella da condizionamenti e stritture. La seconda libertà, detta negativa, è quella che preferisco. E si manifesta con l'assenza di interventi statali, di leggi e regole - rispecchiando il principio della common law anglosassona secondo il quale tutto ciò che non è esplicitamente proibito è ammesso.

In Italia, mi spiace dirlo, la cultura della libertà negativa è pressoché inesistente. Mentre individui e gruppi sono pronti, anzi entusiasti, di aggiungere una libertà positiva dopo l'altra ad un cumulo già enorme. Ultima della lista, la "libertà" di vedere matrimoni fra gay riconosciuti e santificati da tutta la società, anche i cittadini che non vedono di buon occhio l'omosessualità, e quelli che hanno tutt'altro a cui pensare.

Ma sto divagando. Un esempio di mancanza di cultura della libertà, lampante e terribile nella sua ingenua spontaneità, l'ho visto qualche mese fa in televisione. Penso fosse la trasmissione del pomeriggio di Rai 1 o Rai 2 (è vero che l'ozio è il padre dei vizi...); si parlava dell'abuso di alcol fra i giovani1 e dell'opportunità di vietare la vendita di alcolici ai minori di 14 anni2.

Una delle ragazze intervistate per strada ha detto, parafrasando, "Si sono d'accordo con questa idea. Non servirebbe a nulla, eh, ma penso che lo stato debba mandare un messaggio". A quel punto mi sono cascate le braccia, e quasi quasi anche altri organi. Pensare che lo stato possa ed addirittura debba emanare leggi, e per di più restrittive e proibizioniste, anche quando si ammette che tali leggi sarebbero inutili significa ignorare completamente cosa sia la Libertà; significa anche essere pronti ad accettare supinamente un governo autoritario ed oppressivo che però sia "per i bambini" o "per l'ambiente".

Non ci sono possibilità che l'Italia e l'Europa tutta escano dalla spirale discendente finchè una cultura della Libertà non prenderà piede. Predicatori nel deserto, unitevi!

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Sapete che non sono proprio un grande ammiratore de Il Pizzino, ma oggi egli pubblica un articolo interessante per il suo valore storico. Si tratta di una intervista ad Umberto Croppi, una delle figure di spicco dei Campi Hobbit di fine anni '70. Avevo sentito parlare dei Campi Hobbit, ma soltanto in modo neutrale in qualche saggio su Tolkien, od in modo più o meno dispregiativo da sinistra - discutere della destra giovanile italiana senza dover ad ogni passo ribadire la propria superiorità antropologica rimane strettamente proibito in certi circoli.

Continua la discussione su come spartirsi la torta usare al meglio il cosiddetto tesoretto. Io un paio di idee le avrei, invero. Uno, usarlo per ridurre il deficit pubblico: ci si lamenta sempre di quanti sia enorme, per cui ridurlo sarebbe logico. Due, usare quel denaro per dare un po' di ossigeno alle nostre Forze Armate - che sono sì troppo estese e povere di risorse. Ma conoscendo chi c'è al governo, avremo un aumento della spesa pubblica in programmi sociali.


1 E' più o meno dall'epoca romana che si discute del "problema" dei giovani bevitori, o casinisti o quant'altro - e la più vecchia canzone da bevitori conosciuta sembra risalire a 5000 anni fa. Non esattamente una questione nuova.

2 In Gran Bretagna ed in molti stati degli USA, dove c'è un limite di età per l'acquisto di alcol, nessun minorenne beve. No, davvero!

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