The Second Version

30/08/07

Report #2

Working during the day, sleeping at nights. Blogging is taking a low priority these days, but I'll be back - oh if I'll be back...

But in the meantime, there's good stuff from Jeff Goldstein and more controversial opinions from Kim Du Toit. Enjoy.

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26/08/07

A Summer Ending

I just can't shake off the melancholy today. I'm back from a week of frenetic touring Italy together with my girlfriend and on Monday it's back at work. I'd need a few more days to relax, a few more days spent doing almost nothing until the boredom sets in - then I'd be glad to go back to work.

Anyway, that the summer is ending can be felt in the air, still hot but getting crisp at nights (well, tonight in Parma it's stuffy, but it won't last); in the shadows of the afternoon lengthening while the Equinox grows inexorably nearer; in the trees which are still verdant but are losing the urge to grow.

In my own personal world, two more weeks and we'll again be separated by thousand of kilometers. Melancholy is the least I can feel, these days.

Anyway, I have lots of pics from our roamings and some more reflections - as you may imagine, not of a very optimistic nature. I just realized that while I was living in London something changed; probably it is not the knowledge but the realization that there's a nasty world out there, and you're never completely safe. You have to stay alert all the time, but dammit, that's so tiresome.

So stay tuned.

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17/08/07

Politici al Lavoro

Le circolari ed i comunicati stampa dei ministeri sono una preziosa fonte d'informazioni per capire come sta davvero funzionando il nostro Paese. Certo leggerli è piacevole più o meno quanto studiare il ciclo vitale degli insetti sarcofagi, ma se il grande pubblico prestasse più attenzione ai meccanismi interni delle istituzioni, potrebbe decidere con maggiore cognizione di causa dentro alle cabine elettorali. Si spera.

Giusto un caso fra i tanti, la comunicazione del Viminale riguardo all'incendio nei pressi di Livorno che ha causato la morte di quattro bambini zingari. A cosa si sta lavorando alacremente al ministero, uno si potrebbe chiedere... ecco la risposta:
La direttiva comunitaria n. 43 del 2000 contro le discriminazioni etniche e razziali promossa dalla Presidenza Prodi é stata attuata dall'Italia con decreto legislativo n. 215 del 9 luglio 2003. Tale decreto del 2003 è stato ritenuto non soddisfacente rispetto a tre aspetti specifici della direttiva e per questo è stato oggetto dei rilievi sollevati in sede UE. Si tratta di aspetti che vanno corretti e che, tuttavia, non riguardano la specifica questione dei rom.

In relazione ai rom è vero che l'Italia non ha riconosciuto loro i diritti delle minoranze, che la nostra legge conferisce alle sole minoranze linguistico-territoriali.

D’intesa con la Presidenza del Consiglio, al Viminale è in corso da mesi il lavoro preparatorio, al quale stanno partecipando anche le associazioni che rappresentano gli stessi rom, per una conferenza prevista per il prossimo mese di ottobre in vista delle necessarie e giuste iniziative legislative. Una conferenza che servirà anche per cominciare a rimuovere i pregiudizi verso i rom e la generalizzata diffidenza nei loro confronti che hanno indotto sino ad ora ad ignorare il problema.
Mi viene quasi il capogiro a catalogare tutto quello che c'è di sbagliato nell'affrontare il problema in questo modo.

L'errore, fin dalle radici, è la visione politicamente corretta e decisamente tendente alle politiche di identità delle questioni di immigrazione ed integrazione.

Ma nello specifico... gli unici a parlare di aggressione di tipo razzista (che si sarebbe limitata poi a minacce urlate da persone non identificate) sono i genitori degli stessi bambini morti, che ora si trovano sotto indagine per abbandono di minore ed altri reati. Non mi sembra fuori dalla realtà pensare che stiano tentando di coprirsi le spalle.
Mi sembra poi che la decisione di vivere da zingari dei genitori abbia avuto un ruolo più importante - d'altra parte, non è certo il primo caso di incendio accidentale nei campi nomadi.

L'aspetto più preoccupante sono poi le iniziative legislative, che a quanto pare per ora sono portate avanti da burocrati ministeriali e rappresentanti degli zingari, senza considerare la volontà del popolo italiano.

Poi, scusate la blasfemia, ma ci sono più ragioni per essere diffidenti verso gli zingari che per credere in dio. Come può fare una conferenza ad eleminare "pregiudizi" e diffidenza? Me lo immagino: producendo qualche legge dove si stabilisce che diffidare degli zingari e/o parlarne male è illegale.

E vorrei anche sapere come si può onestamente dire che il problema è stato ignorato, visto che da anni in molte città si costruiscono a spese pubbliche campi nomadi - che gli zingari provvedono a devastare e ridurre a discariche mentre nello stesso tempo nemmeno si sognano di abbandonare la loro cultura fatta di furti, traffici illeciti ed elemosina organizzate.

Per finire... bravo Prodi, che hai fatto danni pure in Europa (la UE è un danno in sè stessa, comunque). E bravo pure a Berlusconi, per avere attuato tale direttiva (non dico un no secco, ma l'ostruzionismo fa miracoli...)

Come diceva la canzone? Finchè la barca va...
Poi qualcuno però s'incazza di brutto ed allora son dolori - anche per i veri innocenti.

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14/08/07

The Return of the Useful Idiots

On August 12, the Italian prime minister Prodi said that Hamas does exist but it should be helped to evolve (into what is not clearly specified).

Now, as a declaration of principle this may be passable.
The existence of Hamas is a fact so nothing to object here. And one can reasonably agree with the idea of helping them to evolve, but some issues need to be examined first.

The final and propulsive objective of Hamas is to destroy Israel - and to kill the largest number of Jews in the process. As long as this is their objective, any agreement or truce cannot be considered as being in good faith, but only as a tactical/strategical decision intended to reach the same old objective.

Only a Hamas that sincerely and completely renounced the destruction of Israel could be taken as a good-faith negotiation partner.

So one wonders, does Prodi know this?
If he does not, he is too ignorant and uninformed to be the Prime Minister of Italy.
If he does, there are two options left: either he's speaking from an ideological rather than pragmatic position; or he is actively helping Hamas.

I am convinced that the first option is the correct one: Prodi is a pretty much by-the-book tranzist, and his statements fits well within such ideology. But this way he acts much like the useful idiots of the past - and the Hamas folks, who instead are very smart and pragmatic in foreign policy, have almost surely recognized the fact.

But even if we accept the proposition that Hamas should be helped to evolve (rather than fought to total defeat), Prodi still has to explain how to do it - the best plans are worthless if there is no way to put them into practice.

The best - and often only way - to accomplish something of this kind is the use of carrots and sticks. But the EU has a long story of being able to offer only carrots and no or pitiful sticks. What carrots and sticks is thus Prodi proposing to use? No, I don't want to know details that ought to be classified, but only the general policy address.

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Report #1

Still alive I am, though rather depleted. Being tourist in your own town can be so tiresome.

If I were a lithium ion battery I could just plug myself into a socket, but alas...

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10/08/07

Do Not Disturb

Today my girlfriend is finally coming to visit - in fact, soon I'll have to head to the airport and pick her up.

We've been apart six months so we'd like to take a few days for ourselves first of all, understand?

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09/08/07

Difendere le Decisioni - 2

Come si inserisce la campagna in Iraq in questo quadro? La questione delle armi NBC di Hussein costituiva soltanto una delle parecchie motivazioni, anche se non era cosa da poco. E' opportuno ricordare che molti Paesi assieme agli USA ritenevano che Hussein avesse almeno l'intenzione di proseguire con i suoi programmi NBC; il disaccordo era su cosa fare a riguardo.

Di nuovo, avendo a disposizione i risultati delle ispezioni ed indagini eseguite dopo l'invasione è facile sostenere che alcuni dei timori fossero infondati (la mia impressione è che sostenere che Hussein avesse rinunciato ai programmi NBC basandosi sostanzialmente solo sulla sua parola e su di ispezioni che hanno incontrato infiniti problemi è quantomeno ingenuo), ma bisogna stare attenti a come si usa il senno di poi. Inoltre, è universalmente vero che agire soltanto quando una minaccia è diventata imminente non è per niente saggio dal punto di vista strategico - ma considerando quello che molti pensano sia riguardo le relazioni internazionali sia l'autodifesa individuale, mi pare che tale insegnamento si largamente andato perduto.

Comunque sia, la decisione di applicare la Dottrina Bush a partire dall'Iraq si poggia su diversi pilastri: c'era già un casus belli, ovvero il fatto che la guerra del 1991 non era ancora tecnicamente finita, e che il regime di Hussein aveva commesso parecchi atti ostili contro le forze alleate, in violazione degli accordi siglati.

Un altro fattore era l'opportunità strategica: l'Iraq ha un territorio relativamente favorevole - non come le aspre montagne del Pakistan o Iran; si prestava ad un attacco a tenaglia (piano fallito per la defezione della Turchia); non presentava il rischio di interromepere il flusso di petrolio del Golfo (una tale interruzione sarebbe catastrofica per l'economia mondiale) e non costituiva un nemico troppo forte - almeno per quanto riguarda l'esercito regolare iracheno; è legittimo pensare che la forza dei ribelli e jihadisti sia stata sottostimata.

Questa riguardo la forza del nemico può sembrare un'ammissione di viltà, ma a dire il vero è uno dei principi basilari dell'arte della guerra che se si ha la possibilità di scegliere non si attacca il nemico più forte (come potrebbe essere l'Iran) per primo - a meno che non ci sia una ragionevole certezza che vincere il nemico più forte potrebbe portare al rapido collasso dei quelli più deboli; ma questo non era il caso.

Ora non sembra che la Dottrina Bush stia funzionando particolarmente bene: il cambio di regime non si è esteso al di fuori dell'Iraq, e quest'ultimo paese non solo è scosso da continui attentati e violenze, ma nemmeno riesce a produrre un governo che tenti con decisione di uscire dall'immobilismo. Però non bisogna dimenticare che l'immagine dell'Iraq che ci arriva è comunque distorta dalla naturale tendenza dei media a preferire storie di violenza, sangue e distruzione rispetto alla più o meno pacifica quotidianità.

C'è poi il fattore con il quale ho aperto questo saggio: ci sono giornalisti ed intellettuali tanto assorbiti dal loro odio per Geroge Bush da preferire uno sconfitta americana in Iraq and un successo dell'uomo. Divent quindi un difficile separare gli effetti delle vere carenze della dottrina - o della sua esecuzione - dagli effetti del continuo disfattismo.

Per finire, mi chiedo quale coscienza abbiano in verità quelli che si rallegrano per il vero o presunto fallimento della Dottrina Bush. Viste le sue basi, queste persone in realtà si stanno rallegrando del fatto che una grossa fetta della popolazione mondiale sia incapace di vivere liberamente; si rallegrano del fatto che il Medio-oriente rimarrà nella morsa del fanatismo islamico e della tirannia; si rallegrano del fatto che molte viste sono state sacrificate per niente. Questo per me è un arido deserto morale.

(Riesco a malapena a scrivere coerentemente ormai. Per fortuna ho finito)

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08/08/07

Difendere le Decisioni - 1

Com'è pressochè inevitabile, la discussione degli aspetti materiali e tecnici dell'11 Settembre finisce per intrecciarsi con discussioni sulla politica americana passata e presente, ed i risultati sono spesso spiacevoli a vedersi. In questo caso la miccia è stata accesa da un lettore che si può collocare generalmente nell'area di destra*, ma le risposte più o meno sprezzanti non hanno tardato ad arrivare. Cioè, pesanti critiche alla politica americana recente ed al Presidente degli USA George W. Bush.

Queste critiche, per quanto legittime, sono spesso basate su argomenti che, visti da una diversa direzione rispetto a quella prevalente in Europa e nei circoli "liberal" (e con questo non voglio dire che Paolo Attivissimo ne sia un membro registrato, ma soltanto che alcune sue affermazioni sono pressochè identiche), appaiono ben poco solidi.

Quindi ho deciso di scrivere questo articolo in difesa delle decisioni di politica estera americana, e di conseguenza - ma anche per intenzione - in difesa di George W. Bush come uomo. Alcune affermazioni di questo pezzo potranno sembrare arbitrarie, ma siccome non posso riepilogare la genesi del mio pensiero ogni volta, vi invito a consultare il materiale che ho scritto in passato per colmare le lacune.

Bush, sfortunatamente per lui, ha finito per avere tutti i tratti che risultano odiosi nei circoli liberal, della euro-sinistra e tranzisti. Americano ed attirittura texano, nazionalista senza la minima traccia di senso di colpa per questo; cristiano "rinato" dopo una gioventù abbastanza dissoluta; rancher e membro di una famiglia di affaristi e petrolieri; poco articolato ed abituato a parlare in modo semplice - quasi rozzo - e diretto... se ci pensate, un uomo del genere è la nemesi quasi perfetta di quello che chiamo lo Homo novo europaeus: sessualmente ambiguo, edonista, cittadino del mondo, socialista, spiritualista (più che strettamente ateo), ambientalista, pacifista, politicamente corretto ed intellettuale.

Non stupisce quindi che George Bush abbia attirato su di sè un particolare livello di odio rabbioso, anche se prima del 9/11 la sua "colpa" più grossa è stata quella di vincere un'elezione controversa - anche se un'analisi distaccata degli eventi dimostra che gran parte della controversia è stata montata ad arte.

Ma poi è arrivato l'11 Settembre, ed ha scompigliato tutte le carte in tavola. E' facile sostenere a posteriori che le diverse agenzie di intelligence e sicurezza avrebbero dovuto trovare i collegamenti e prevenire l'attacco, ma questo richiede l'ignorare che la maggior parte del lavoro di intelligence consta nello scartare dati ed informazioni che al momento appaiono inutili ed insignificanti - con l'obbiettivo di costruire un quadro d'insieme da informazioni frammentarie e di dubbia affidabilità. Fallimenti ovvi a posteriori sono più o meno una costante nel ramo - una similitudine calzante è quella di un enorme mucchio di pezzi di puzzle: non sappiamo quanti e quali puzzle siano mescolati, e nemmeno sappiamo quali disegni debba emergere alla fine.

D'altra parte, in un'America già ossessionata dal politicamente corretto, arrestare 19 arabi mussulmani senza un motivo che potesse apparire estremamente urgente e serio all'opinione pubblica avrebbe significato correre un rischio politico enorme.

In quei giorni di settembre penso che Bush abbia capito quello che dovrebbe essere chiaro: lo Undici Settembre non è stato un atto isolato, e nemmeno una reazione all'oppressione. Invece, è stato il momento culminante (finora) di un'ideologia/religione implacabilmente ostile in primis all'America in quanto incarnazione della civiltà occidentale, e poi a tutto ciò che devia da una stretta ortodossia. E come se non bastasse questa ideologi è pure fortemente espansionista, ed ha come fine ultimo ed utopico la conquista dell'intero mondo.

Una reazione era necessaria, ma George Bush ha anche concluso che una semplice rappresaglia ed il trattare la questione come una di ordine pubblico (cioè, catturare e processare Bin Laden) non sarebbero bastate. Per ottenere un successo a lungo termine era necessario affrontare direttamente l'ideologia nemica e colpirla alla radice.

L'aspetto di rappresaglia e giustizia (per quanto poc questo termine importi nelle relazioni internazionali) è stato svolto con la missione in Afghanistan per combattere direttamente un regime alleato (qualcuno dice anche succube) dei principali ideologi della jihad moderna.

Ma la lotta ideologica aveva bisogno di altro, ed ecco che entra in gioco la Dottrina Bush (ed anche neo-conservativa): l'antidoto all'ideologia islamista è più libertà, più prosperità economica, più governo popolare. E già da questo momento, ecco un primo grave errore di comunicazione: l'amministrazione Bush ha enfatizzato l'aspetto democratizzatore della dottrina, invece che quello liberalizzatore.

* Penso che questo lettore abbia sbagliato luogo e tempo per i suoi interventi.

Pausa caffè e fine prima parte.

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07/08/07

Chillies Rock

Oh boy, it took time and effort and prayers to barbaric pre-colombian divinities, but finally one of my scotch bonnet plants has entered it production phase. And another has flower buds.
This plant is 35 cm tall, and has leaves as big as 15 x 8 cm. I haven't been able to figure out exactly what influences the growth of these plants, but the strongest ones are this - in a deep pot - and another planted in a soft ground. It seems their roots need some depth in order to develop nice and strong. When a scotch bonnet plant gets 20 - 25 cm tall (and the process can be frustratingly slow), it undergoes a change: its trunk becomes thicker and stronger; the leaves much bigger and the plant brances in two at the apex, producing 2 - 4 flower buds at the bifurcation; flowers are at the end of a stalk 1 - 3 cm long and have 6 (though in one case I counted 7) white petals. Both the two new twigs branch again, bearing more flower buds at each bifurcation: the number of flowers becomes rapidly pretty big.
Two open flowers and two young green chillies are clearly visible in the picture; there are two more fruits not visible. These young chillies grow at an astonishing rate; the difference in their size is noticeable from morning to night. The elongated one (scotch bonnets should not be elongated, but their shape is rather irregular) is roughly 3 cm long and it took around 10 days to reach this stage since the flower first blossomed.

Scotch bonnet plants like sunshine, definitely, but not too much; they perform better when not exposed to direct sunlight the whole day and especially around midday. Nitrogen (as ammonium nitrate) fertilization is recommended during the growth phase; also, these plants seem to prefer moderate watering; scarce watering while fruits ripen will increase their capsaicin content.

It's gonna be one hot September...

On a completely unrelated note, the next posts by Dennis are going to be worth a read or two - not if you already have a reserved seat on the rightwing blogosphere bandwagon, of course.


Update 08/08: A great deal of information about Capsicum chinense; it mostly confirms what I observed directly. It will be interesting to grow the next generation from seeds to see if there has been any crossing with the Capsicum annuum (bell peppers) I also have in the garden.

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Post Sudato

Sono sì in ferie, ma impegni importanti mi richiamano nella pianura dopo un finesettimana abbastanza sfavillante in montagna, e qui alle basse altitudini è sempre il solito schifo: caldo, umidità, rotture di palle...

Il che significa pure poca voglia di commentare gli eventi correnti - anche perchè per la maggior parte mi fanno venire voglia di tirare fuori catrame e piume per chi tradisce il mandato degli elettori (anche per chi però vende al migliore offerente drammatiche testimonianze strappalacrime) e metodi anche più brutali per chi appoggia la rivoluzione comunista.

Penso che sarà meglio dedicarsi alla coltivazione dei peperoncini piccanti, finchè non riapre il poligono...

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03/08/07

Aging - and Another Meme

I'm not young anymore, folks. How did I realize this? It's a bit of a long way: todays was my last day of work before the 3-week summer vacation, so - a bit as a celebration, but also out of lazyness, I went to have dinner at a Japanese restaurant (the staff are all Chinese, but who cares) in Parma.

While driving back home, I diligently stopped at a pedestrian crossing in order to let a bunch of young girls cross the road, and one of them waved her hand at me saying "Hello, sir!". That makes it; I'm not a boy anymore even in the eyes of bystanders (some would say "You're 29, it's about goddamn time" and they would be right).

As a consolation, I'm trying to launch another of those viral meme thingies: The 10 things You'd Like To See.

Here's my quite random and slightly alcohol-fuelled list:

1) A nuclear explosion. Live.
2) Communism being universally reviled as much as Fascism.
3) Censored for being inappropriate to a non-pornographic weblog
4) A b-movie based on a short story I wrote.
5) A gig of Iron Maiden, AC/DC and Metallica
6) A gig of Sodom, Kreator and Tankard
7) A road tanker of Augustiner beer at full disposal of bands and kids of the above gig
8) Shakira doing a private hip-shaking show. For me.
9) Islam being truly a religion of peace.
10) A whale steak. Rare.A full-auto AK-47 in my gun rack.

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02/08/07

When Geeks Attack

A goodnight wish from yours truly - published here and discovered via Gun Thing Forum.

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01/08/07

Blog e Libertà di Espressione

Visto l'ennesimo macello che è scoppiato sul blog Undicisettembre, mi sembra necessario fare un po' di chiarezza sulle questione della libertà di espressione nei commenti ad un blog.

Un blog è una proprietà privata: questo significa che il proprietario ha, fra le altre, la prerogativa di decidere la linea editoriale e quella di limitare o togliere l'accesso a chiunque per qualsivoglia ragione. L'accesso ad una proprietà privata altrui infatti è un privilegio, non un diritto.

Sembra anche esserci un diffuso e grave malinteso di fondo sulla natura del diritto di libera espressione. Per risolvere il malinteso , è meglio iniziare spiegando cosa questo diritto non comprende.

Il diritto di libera espressione NON comprende il diritto di avere un pubblico. Altre persone possono decidere in libertà di ignorare le nostre idee.

Il diritto di libera espressione NON comprende il diritto di essere immuni dalle critiche. Di nuovo, altre persone possono non essere d'accordo con le nostre opinioni e dire come la pensano senza peli sulla lingua. Questo è uno dei punti fondamentali della libera espressione; dove non c'è la possibilità di criticare duramente ed anche di offendere, c'è solo un simulacro di libertà.

Il diritto di libera espressione NON comprende il diritto di usare (senza consenso) la proprietà altrui per esporre le proprie idee. Il contrario è uno dei comportamenti più illiberali che si possano tenere.

Il diritto di libera espressione insomma si limita a stabilire che il governo non può agire contro idee espresse utilizzando mezzi propri e/o nella propietà privata (poi sappiamo bene come in Europa questi principi vengano calpestati, ma questa è un'altra storia).

In conclusione, quando si commenta su di un blog altrui si ha soltanto il diritto di esprimere ciò che il proprietario ci concede gentilmente di esprimere.

Inoltre, se commenti che il proprietario non gradisce per alcuna ragione vengono cancellati, non si tratta di censura ma di difesa dei diritti di proprietà. Non c'è alcuna legittima ragione per cui un blogger debba rinunciare ai suoi diritti e mantenere sul suo sito commenti che contengono insulti od attacchi personali; commenti che sono scritti soltanto per disturbare ed infastidire.

Se volete esprimente liberamente (compatibilmente con le illiberali leggi italiane...) le vostre idee, aprite un blog personale e privato dove scrivere a piacimento. Certo è molto più comodo guadagnare visibilità sfruttando blogs già avviati - un po' come quel tizio che ogni tanto disturba i servizi in diretta dei telegiornali - ma si tratta di un atteggiamento molto meschino.

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