The Second Version

14/10/11

In Difesa di John Rambo

Dopol'abuso della metafora "far west", ce n'è un'altra che ormai mi ha proprio rotto le palle: Rambo.

Di questi tempi, Rambo - in riferimento a quello che pure i vermi sotto i sassi conoscono, la serie di film d'azione con l'omonimo protagonista - significa qualcosa tipo "maniaco delle armi instabile e violento che non vede l'ora di riempire di piombo chiunque gli si pari davanti".

Ma se una persona spendesse un po' di tempo per guardare il primo film, si renderebbe conto che le cose non stanno proprio così.

John Rambo è un reduce della guerra del Vietnam con grossi problemi nel ritornare alla vita civile. E' ancora perseguitato dai ricordi della guerra, e frustrato perchè mentre nell'esercito era utile importante, una volta tornato in patria viene ignorato e trattato come un signor nessuno - quando va bene.

Mentre Rambo se ne va pacificamente in giro per i suoi affari, si imbatte in uno sceriffo autoritario, bigotto ed arrogante che inizia a molestarlo senza motivo, fino a farlo maltrattare dai suoi sottoposti e metterlo in galera con accuse ridicole.

E' solo a questo punto che Rambo esplode ed usa tutta la sua abilità e determinazione nel combattere - ma non per fare strage; soltanto per sfuggire ai suoi persecutori. All'inizio, Rambo non ha armi - forse solo il famoso coltello - ed indossa vestiti di fortuna; le armi da fuoco le sottrae ai suoi inseguitori che si avventurano nei boschi sulle sue tracce.

Rambo poi uccide il minimo indispensabile, e solo per proteggersi. Soltanto dopo che lo sceriffo continua ostinatamente a dargli la caccia anche quando è chiaro che sarebbe meglio lasciar perdere, un Rambo ormai sopraffato dai ricordi del Vietnam torna in città a portare tremenda vendetta.

Poi è chiaro che il film non è certo un profondo trattato sulla condizione umana.

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